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Guerrilla Marketing, quando essere non convenzionali funziona

mcdonalds

Il Guerrilla Marketing rientra nella categoria, insieme con lo Street Marketing ed il Viral Marketing, di modalità che sfruttano metodi non convenzionali per veicolare un messaggio pubblicitario.
Gli aggettivi che meglio definiscono questa pratica sono: stupore, coinvolgimento e sorpresa. Ma cos’è davvero il Guerrilla Marketing?
Oggi noi di Comunicatori su Misura parliamo di una delle tecniche più sorprendenti, creative e anche molto utili per attirare il pubblico. Vuoi scoprire di più?

Guerrilla Marketing: massima resa con minimo sforzo, o quasi.

A metà del 1980, quando la pubblicità era prettamente televisiva o radiofonica, Jay Conrad Levinston, ex direttore creativo all’agenzia pubblicitaria Leo Burnett, pensò di usare strategie anticonformiste per fare pubblicità con un budget molto ridotto.
Il risultato furono campagne più sorprendenti, memorabile e uniche, ma soprattutto in grado di creare audience.
Tale pratica consisteva letteralmente in una “guerriglia”, però, combattuta con le armi della creatività e dell’innovazione, e la vittoria era stabilita dalla capacità di catturare l’attenzione e incuriosire, o addirittura scioccare, il pubblico.
Questo è il Guerrilla Marketing, un modo differente di stimolare il consumatore e promuovere il proprio brand, sfruttando strumenti accessibili a budget ridotti per massimizzare i risultati.

Le campagne che hanno fatto la storia

Il passaparola è la caratteristica principale di questa comunicazione perché è legata alla meraviglia e alla sorpresa che provoca nel destinatario, infatti, quando ci si imbatte in una pubblicità così differente dal solito, verrebbe spontaneo volerne parlare con altre persone.
Un altro alleato dell’unconventional marketing sono i social network perché sono in grado di creare seguito coinvolgendo le persone e rendendo la campagna virale.
Vediamo qualche campagna di successo:

  1.  Il McDonald’s di Zurigo decide di dipingere delle strisce pedonali, rinominate “chips crossing”, come se fossero patatine che escono dal pacchetto. Questa è stata una delle campagne più memorabili del marchio;
  2. Un caso che ha fatto scuola è quello del gruppo assicurativo Generali che ha installato a Milano un sottomarino che sbucava dalla piazza, insieme agli addetti della sicurezza che allontanavano i curiosi. L’iniziativa era stata lanciata per la nuova apertura della filiale milanese e voleva ricordare l’importanza di esser protetti dagli imprevisti di ogni giorno;

  3. Spostandoci su un tema più sportivo, Nike invita a correre grazie a una panchina “speciale”. È stata denominata “motivational bench” perché non è provvista della seduta. L’obiettivo della campagna era, appunto, invogliare ad essere meno sedentari e praticare attività sportiva. Il logo della Nike è accompagnato dl payoff “Run”;
  4. Ultimo esempio, ma non per importanza, è quello di Frontline, famoso marchio per la cura degli animali. Il brand ha deciso di giocare con la prospettiva e creare un poster gigante, posto sul pavimento di un centro commerciale multipiano, che rappresentava un cane che si grattava. Se osservato dall’alto, questo semplice cartellone pubblicitario si trasforma in un cane assalito dalle pulci, ovvero le persone che ci camminano sopra;

Senza dubbio, queste campagne pubblicitarie giocano sull’effetto sorpresa e coinvolgono lo spettatore. Il focus non è tanto sui prodotti, quanto sull’esperienza che questi possano far vivere a chi li acquista.
Questi sono solo alcuni esempi di campagne di Guerrilla marketing che hanno fatto la storia, ma anche altri brand hanno messo in campo questa strategia.

Tu ne ricordi qualcun’altra?

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