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Ottimizzazione SEO: le migliori tecniche per posizionare un contenuto

ottimizzazione seoGoogle e gli altri motori di ricerca, come abbiamo visto nell’articolo introduttivo alla SEO, classificano il contenuto del testo di una singola pagina in base alla ricorrenza di determinate parole o frasi chiave, nonostante l’evoluzione degli algoritmi stia andando sempre di più verso un riconoscimento di tipo “semantico”, basato quindi sul significato contestuale di una parola (parleremo del cosiddetto “web semantico” in un altro argomento). Quindi si, per adesso, il miglior modo per agevolare il lavoro di “Big G” (e anche migliorare l’ottimizzazione SEO) è quello di ripetere le nostre keyphrase o keyword. Ma fai attenzione: l’uso intensivo di parole chiave, soprattutto se ripetute letteralmente, viene percepito da Google come una forzatura, un vero impedimento alla lettura da parte dell’utente. Prova ad utilizzare sinonimi e variazioni della keyword scelta per il posizionamento.

Come inserire le keyword

  1. tag title (titolo): è ovviamente uno dei codici più importanti e che maggiormente influenzano l’indicizzazione da parte del motore di ricerca, ed è generalmente associato al marcatore H1. Banalmente, deve contenere la nostra keyword o keyphrase. Possiamo comunque sfruttare alcune tecniche di ottimizzazione SEO molto stimolanti e che dovrebbero (usiamo il condizionale non conoscendo effettivamente la natura dell’algoritmo di G.) favorire il lavoro dello spider. La prima regola riguarda l’utilizzo dei due punti all’interno del titolo (ad esempio, “Come ottimizzare un contenuto: le migliori tecniche SEO). Google da grande importanza alle prime parole (precedenti i due punti), riconoscendole come keyphrase, ma allo stesso tempo comprende che la seconda parte è una spiegazione, praticamente una seconda keyword. La separazione del titolo è alla base anche della seconda tecnica: in questo caso, prova ad utilizzare il separatore “pipe” o un semplice trattino. Per quanto riguarda la lunghezza, meglio stare tra i 57 e i 60 caratteri (Moz.com fornisce un ottimo tool per verificare la “resa” del titolo sulla SERP).
  2. tag description (descrizione): visualizzato subito dopo la data dell’articolo, sotto al titolo. È un aspetto molto importante, soprattutto per spiegare all’utente cosa troverà esattamente all’interno dell’articolo/pagina. Anche in questo caso c’è una lunghezza ideale: 15 parole, per un totale di caratteri mai superiore a 155, affinché la descrizione risulti integrale e non “tagliata” dal motore di ricerca (per ragioni di spazio sulla SERP). Se non riempiamo questo tag, ad esempio utilizzando il comodo tool SEO Yoast, Google estrapolerà una porzione di testo, magari quella che non ci interessa.ottimizazzione seo
  3. tag di intestazione: riguardano il tipo di intestazione in cui suddividere le varie porzioni del testo. Possiamo, ad esempio, organizzare l’articolo partendo logicamente dal titolo (H1) e, via via, assegnare minore importanza ad altre parti del testo, come paragrafi e sotto paragrafi (H2 – H3 ecc). I motivi? Intanto per agevolare la lettura dell’utente (la sua “user experience”) e, magari, per sfruttare le intestazioni successive per inserire variazioni della nostra keyword.
  4. url “parlante”: si, deve in qualche modo comunicare. Se stiamo utilizzando un CSM o abbiamo la possibilità di modificare l’url della pagina, è consigliabile farlo, utilizzando un linguaggio che faccia capire al lettore cosa troverà all’interno, cliccando sul nostro link. Possiamo, ad esempio, scrivere il titolo dell’articolo o la data di pubblicazione se siamo un sito con una programmazione editoriale molto attiva. In generale, è opportuno suddividere i contenuti per categorie, creando specifiche cartelle. Un e-commerce che vende scarpe potrebbe dividere i suoi prodotti per tipologia, inserendo le keyword principali: es “www.sito.com/scarpe sportive/scarpe da calcio/scarpe da calcio nike”.
  5. immagini: anche per le immagini esistono attributi in grado di migliorare l’indicizzazione. Per ottimizzarle occorre agire lato codice, oppure utilizzare una piattaforma CMS per la pubblicazione dei nostri contenuti (consigliata per chi non ha dimestichezza in HTML). L’attributo alt fornisce delle informazioni sull’immagine qualora quest’ultima risultasse non leggibile per un errore di caricamento del browser, mentre il title è sfruttabile in chiave SEO per le stesse logiche di intestazione del testo.
  6. i link: per migliorare l’ottimizzazione SEO possiamo lavorare anche sul perfezionamento dei link, in maniera simile a quanto visto con le immagini, poiché anche in questi possiamo avvalerci dell’attributo titlecon la differenza che il testo comparirà una volta posizionato il mouse sulle parole scelte per essere linkate. Dobbiamo quindi sceglierle accuratamente: evitiamo assolutamente frasi del tipo “clicca qui”, non portano nessuna informazione aggiuntiva per l’utente. Molto meglio specificare il contenuto del link, ad esempio con “link sulle migliori tecniche di ottimizzazione SEO”.

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