Scroll Top
hhsdjh, bastano 6 lettere per ottenere viralità!

hhsdjh
Oggi essere virali è uno dei massimi obiettivi di chi si occupa di pianificazione di strategie social. Ogni cliente, sopratutto quello che opera in settori altamente concorrenziali, chiede campagne che abbiano come principale scopo quello di diventare virali, ottenendo così alti tassi di engagement e il cosiddetto buzz – far parlare di sé. Il classico “coniglio dal cilindro“, quell’idea fuori dagli schemi che rompa le convenzioni, abbatta il “già visto” e si posizioni in cima all’ordine del giorno nelle discussioni delle persone, fosse anche solo per una settimana.

Come si diventa virali?

Una strada dritta, a senso unico, non esiste. Ma ci sono 4 consigli che possono aiutarti a raggiungere il traguardo. Ricordati però che oggi la sola viralità non è abbastanza: generare alti livelli di engagement è importante solo nel caso in cui alla quantità segua la qualità. I contenuti restano in auge sempre meno, vengono fagocitati alla velocità della luce e il “momento di gloria” si volatizza. Questo accade perché la nostra attenzione è materia scarsa, a causa degli stimoli che arrivano dal mercato. I 4 cardini della viralità sono:

  1. il video è sovrano: premesso che ogni tipologia di contenuto può diventare virale, questo formato ben si presta al passaparola. Oltretutto l’algoritmo di Facebook strizza l’occhio a quelli lunghi che vengono fruiti dagli utenti nella loro interezza
  2. ascoltare, studiare, agire: il cosiddetto social listening è fondamentale per perfezionare la strategia rendendola più efficace. È tutta questione di tempismo: l’hashtag giusto al momento giusto
  3. parlare per immagini: l’engagement dei contenuti visivi è nettamente superiore rispetto a quello generato dai testi. Il motivo è semplice. Un’immagine cattura molto di più e l’emozione stimola l’azione. Non è un segreto che gli emoji siano la nuova lingua universale
  4. l’influencer marketing: ad oggi è uno degli strumenti più funzionali per la comunicazione di brand. Avvalersi di un buon “opinion leader” coerente con il nostro prodotto, servizio o contenuto può essere la carta vincente

Ecco, ora dimentica tutto

Per arrivare alla tanto agognata viralità questi 4 punti potrebbero aiutarti. Ma recentemente IKEA ci ha insegnato una nuova lezione: “hhsdjh“. Questo è lo strano messaggio apparso sulla pagina Facebook del colosso svedese, sabato 8 febbraio. Un’abile trovata di qualche social media manager o un semplice errore? Non lo sapremo mai, ma senza dubbio questo criptico post ha suscitato la curiosità del popolo della rete: più di 25mila reazioni, 4283 commenti e 12382 condivisioni. Ah, tutto in maniera organica. Il miglior risultato nella storia della fan page del brand.

hhsdjh

Libero sfogo alla fantasia

C’è chi ha supposto che “hhsdjh” fosse il nome del prossimo mobile in arrivo sugli scaffali, chi una vendetta dell’ex social media manager appena licenziato e chi invece ha giocato su una delle caratteristiche tipiche dei prodotti IKEA commentando così:

“La parola dobbiamo montarla noi?”

Il social media manager di IKEA si è meritato anche una discreta dose di commenti positivi da parte dei colleghi, che hanno riconosciuto la genialità dell’uscita. Alcuni hanno ironizzato sulla sempre maggiore difficoltà nel raggiungere l’obiettivo della viralità in una strategia di social media marketing:

 

“Passi mesi a pianificare i post sui social e poi un post fatto a caso per sbaglio fa centinaia di commenti e visual”

Tutto questo senza l’utilizzo di immagini e video. Potremmo essere di fronte a un colpo di fortuna epocale o ad una strategia pensata al dettaglio, ma il social media manager di IKEA è riuscito comunque a cavalcare l’onda, trasformando “hhsdjh”, 6 lettere senza senso, in una nuova lezione di social media marketing.

Post Correlati

Lascia un commento